A proposito di ricette di fine estate, grazie alle ultimissime pesche della stagione, registro sul mio Taccuino di Cucina un suggerimento semplice ma molto interessante in cui mi sono imbattuta un paio di settimane fa nella home di Facebook.
Segni particolari: esecuzione rapidissima e risultato delizioso. Nulla di più appropriato in un insolito e passeggero momento di pigrizia culinaria. La pasta sfoglia pronta senza olio di palma, che uso in casi eccezionali in sostituzione della mia amatissima pasta matta, ha reso infatti la preparazione del dolce particolarmente veloce. Sebbene io non transiga (lo strudel è solo di mele), questa è una delle poche e fortunate concessioni che vale la pena di fare ad uno dei capisaldi della tradizione altoatesina.
A presto!
Maria Grazia
Un avvolgente vortice di bontà
Un fragrante e morbido vortice (questa è la traduzione dal tedesco della parola strudel) ripieno di bontà.
Lo strudel di mele è una vera e propria istituzione della tradizione gastronomica del Trentino Alto Adige e dell’Austria.
Eppure le origini del dolce tipico arrivano da tempi remotissimi e da altri luoghi.
Pare infatti che intorno all’VIII secolo a.C. in Mesopotamia si gustasse già un dolce composto da strati di sfoglia farcito con miele e noci.
Intorno al III secolo a.c., anche in Grecia ed in Turchia i dolci arrotolati facevano parte della tradizione. In Turchia, erano composti da strati di pasta sottile, intrisi di miele o sciroppo di zucchero e ripieni di frutta secca. Erano i tradizionali baclava, tipici anche della cucina asiatica e balcanica.
Molto più tardi, nel 1500, il sultano turco Solimano I, detto “il Magnifico” ne diffuse la ricetta nei paesi che aveva conquistato, tra i quali l’attuale Ungheria, Stato che diventò poi parte dell’Impero Austro – Ungarico nel 1699. Fu qui che il dolce venne battezzato con il nome di “strudel”.
Nel corso del tempo, la ricetta di partenza subì alcune modifiche: le dimensioni del rotolo si fecero più grandi e, per quanto riguarda la farcitura, la frutta fresca si unì a quella secca. Più avanti, dopo il Congresso di Vienna del 1815, si diffuse nel Nord Est italiano.
Le prime pagine su cui comparve la ricetta dello Apfelstrudel (vortice di mele) furono quelle del Grande Libro di Cucina Viennese di Anna Dorn.
La ricetta originale prevede il classico ripieno, perlopiù a base di mele. Le più adatte sono le Golden Delicious della Val di Non, leggermente dolci o le Renette, sode e con una quasi impercettibile nota acidula. A completare la deliziosa farcitura, uvetta ammorbidita nel rum, noci (o pinoli), cannella e zucchero e, se piace, una leggerissima spolverata di pangrattato.
Per quanto riguarda l’avvolgente involucro, la scelta è tra pasta sfoglia, pasta matta e pasta frolla. Perfetta per spessore la pasta sfoglia, che si realizza con farina, acqua e burro; la pasta frolla prevede, invece, l’utilizzo delle uova nel preparare l’impasto ed è più compatta. La pasta matta, la mia preferita, è sicuramente più leggera e sottile grazie a tre semplici ingredienti: farina, acqua e olio extravergine d’oliva. Non trascurabile il fatto che, essendo così fine, tutti i sapori del ripieno sono armoniosamente percepibili.
Strudel di Pesche e Frutta Secca
Ingredienti
1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare (senza olio di palma)
2 pesche gialle (Sicilia) non troppo mature
confettura di lamponi
nocciole Piemonte tostate e mandorle pelate
scaglie di mandorle pelate e tostate
pangrattato
zucchero grezzo di canna
cannella in polvere
Sistemare la pasta sfoglia sul piano di lavoro senza eliminare il foglio di carta da forno nel quale è avvolta. Stendere uno strato di confettura di lamponi al centro, distribuire un po’ di pangrattato, aggiungere le nocciole e le mandorle tritate precedentemente.
2 pesche gialle (Sicilia) non troppo mature
confettura di lamponi
nocciole Piemonte tostate e mandorle pelate
scaglie di mandorle pelate e tostate
pangrattato
zucchero grezzo di canna
cannella in polvere
Sistemare la pasta sfoglia sul piano di lavoro senza eliminare il foglio di carta da forno nel quale è avvolta. Stendere uno strato di confettura di lamponi al centro, distribuire un po’ di pangrattato, aggiungere le nocciole e le mandorle tritate precedentemente.
Lavare le pesche, asciugarle, tagliarle a fettine e adagiarle sulla sfoglia sistemandole “in piedi” una dietro l’altra. Distribuire sopra di esse un poco di zucchero e cannella.
Chiudere lo strudel dal lato lungo con l’ausilio della carta portandolo verso il centro, spennellarlo con acqua e ripetere l’operazione con il secondo lato lungo di pasta. Unire i due lati sigillandoli con cura e fare lo stesso lavoro anche con i due lati corti.
Cuocere a 180º per 25/30 minuti e far raffreddare lo strudel.
Nel frattempo, versare in un pentolino un po’ di confettura e qualche goccia d’acqua. Mescolare e non appena questa sorta di gelatina inizierà a bollire, spegnere il fuoco.
Spennellarla sullo strudel freddo e distribuire sulla superficie le scaglie di mandorle tostate.
A piacere, spolverare con zucchero a velo.
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